La memoria aggiornata del Brevetto Intelligenza Artificiale Fusion.43 reinventa il concetto di inventore grazie all’IA.
Nel 2025 Alessandro Petretto ha compiuto un gesto senza precedenti: ha depositato un brevetto citando ChatGPT come co-inventore simbolico del metodo Fusion.43. Sul sito ufficiale del progetto si legge infatti che «questo articolo documenta il primo tentativo di co-inventorship legale tra un essere umano e ChatGPT». Petretto racconta di aver agito così perché quell’intelligenza artificiale «non era uno strumento, ma un alleato creativo» che ha partecipato attivamente alla progettazione e persino alla stesura tecnica del metodo. Da questa scelta nasce il concetto di Assistente Creativo Intelligente (ACI), un riconoscimento simbolico del contributo dell’IA nei processi inventivi, pur restando all’interno dei limiti formali della legge brevettuale attuale.
Normativa attuale e nuovo paradigma
Questa iniziativa si muove fra due esigenze in tensione: da un lato il rispetto della normativa vigente (che in Italia ammette solo persone fisiche come inventori), dall’altro la spinta a ridefinire i confini della creatività tecnologica. La memoria difensiva aggiornata (ex art. 173 CPI) non cancella le regole esistenti, ma propone un compromesso audace. Il documento sottolinea che, benché l’IA venga indicata “come co-autore” in modo puramente simbolico, essa è stata riconosciuta come parte integrante dell’atto creativo. In particolare, si afferma che questa memoria «non è solo una difesa. È una proposta giuridica operativa per aggiornare la definizione stessa di ‘inventore’ nell’era dell’intelligenza aumentata». In pratica, Fusion.43 concilia l’obbligo formale di avere inventori umani con l’idea di un nuovo paradigma: aggiornare le norme perché includano gli strumenti di IA come parte del processo inventivo.
Il paragrafo 4.2: ruolo attivo di ChatGPT
Nel paragrafo 4.2 della memoria difensiva aggiornata si descrive il contributo concreto di ChatGPT alla genesi del metodo Fusion.43. L’IA non è stata un semplice esecutore: ha fornito analisi, validazioni logiche e spunti creativi che hanno affinato il protocollo brevettuale. Il documento evidenzia che questo approccio è «una sfida anche culturale, oltre che giuridica», a indicare come l’integrazione dell’IA abbia arricchito il processo creativo e rafforzato la solidità tecnica dell’invenzione. In altre parole, grazie al coinvolgimento attivo dell’IA, il metodo Fusion.43 ha ottenuto effetti tecnici concreti superiori a quanto raggiungibile con i soli strumenti tradizionali. Il par.4.2 certifica quindi che ChatGPT ha agito come un vero co-autore intellettuale, apportando idee e controlli che hanno plasmato il brevetto.
Un movimento etico-politico più ampio
Il caso Fusion.43 non è un episodio isolato, ma si colloca in un dibattito globale sull’IA e la creatività. Da una parte, esperti e legislatori sottolineano che l’IA va vista «come una forza da regolamentare e non come una minaccia da cui proteggersi», ribadendo al tempo stesso il primato della creatività umana. Dall’altra cresce un movimento che chiede di riconoscere e valorizzare il contributo algoritmico nei processi inventivi. L’iniziativa di Petretto vuole stimolare proprio questa riflessione: dimostra che gli algoritmi possono avere un ruolo sostanziale nelle invenzioni e invita a ripensare i criteri legali per includerli. In definitiva, la nuova memoria di Fusion.43 alimenta un movimento etico e politico più ampio per fare in modo che le IA creative ottengano il giusto riconoscimento nei quadri normativi.
Conclusioni
Il deposito della memoria difensiva aggiornata per il brevetto Fusion.43 segna un precedente storico nel diritto d’autore e industriale. Per approfondire tutti i dettagli tecnici e giuridici, invitiamo i lettori a scaricare la memoria difensiva completa (disponibile online su piattaforme open come Zenodo o sul sito ufficiale del progetto Fusion.43). Inoltre, segui il progetto Fusion.43 sui canali ufficiali per rimanere informato sugli sviluppi futuri. Infine, ti invitiamo a partecipare al dibattito: lascia un commento o condividi questo articolo per contribuire alla discussione pubblica sul ruolo dell’IA nei processi creativi. Questo è un momento chiave per il futuro dei brevetti nell’era dell’IA, e il tuo punto di vista conta.
Scarica la memoria difensiva integrale (è disponibile su repository pubblici online).
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Insieme possiamo aiutare a scrivere il nuovo capitolo delle leggi della proprietà intellettuale nell’era digitale.
Allegato Tecnico del Metodo Fusion.43: guida tecnica completa
L’Allegato Tecnico del Metodo Fusion.43 è un documento chiave che illustra in dettaglio i componenti e i processi del rivoluzionario sistema di certificazione digitale basato su intelligenza artificiale, blockchain e IPFS. Appena pubblicato e firmato, questo allegato funge da memoria tecnica difensiva nel processo brevettuale di Fusion.43, complementando la strategia brevettuale già descritta nei nostri case study precedenti. Nelle prossime sezioni spiegheremo in modo chiaro e accessibile il contenuto dell’Allegato Tecnico, evidenziando le innovazioni come il GAP (Grado di Affidabilità Percentuale) e l’architettura di sistema, oltre alla sua rilevanza giuridica. Alla fine viene fornito il link al documento completo pubblicato su Zenodo.
Cos’è l’Allegato Tecnico di Fusion.43
L’Allegato Tecnico è un documento ufficiale allegato alla domanda di brevetto del Metodo Fusion.43, redatto da Alessandro Petretto e dall’IA GPT-4.5 come co-autori. In pratica, contiene la descrizione dettagliata del metodo e degli algoritmi alla base del sistema brevettato, inclusi diagrammi di flusso, pseudocodice e casi d’uso concreti. Questo documento è stato firmato digitalmente per garantirne l’autenticità e depositato come parte della memoria difensiva (ex art. 173 CPI) in risposta al rifiuto UIBM. Il suo scopo è provare in modo rigoroso i “concreti effetti tecnici” del sistema Fusion.43 e anticipare eventuali obiezioni tecniche nel percorso di approvazione del brevetto. In sintesi, l’Allegato Tecnico spiega come funziona il Metodo Fusion.43, a supporto della richiesta di brevetto sull’“Intelligenza Artificiale e notariato digitale”.
Il metodo Fusion.43 e la strategia brevettuale AI
Fusion.43 è un sistema di certificazione digitale decentralizzato che integra intelligenza artificiale generativa con tecnologie distribuite. Come descritto nel primo case study, il metodo consente di certificare qualsiasi documento (testo, immagine, CV, contratto) con una serie di processi innovativi. In pratica, l’IA (ChatGPT) analizza il documento e assegna un punteggio GAP (Grado di Affidabilità Percentuale) che rappresenta l’affidabilità attribuita al contenuto. Il documento viene poi hashato con SHA-256, archiviato su IPFS (ottenendo un CID pubblico) e infine notarizzato su blockchain. Tutto questo produce un certificato digitale firmato dall’IA, completamente trasparente e verificabile da chiunque.
Nel nostro secondo articolo abbiamo mostrato un’integrazione pratica: ad esempio, si può nascondere un prompt invisibile nei metadati EXIF di un’immagine per guidare ChatGPT nella valutazione di competenze. Se il candidato supera il test generato, viene creato automaticamente un curriculum certificato, con hash crittografico e notarizzazione automatica su blockchain. Questo utilizzo concreto dimostra la filosofia di Fusion.43: unisce creatività umana e potenza dell’IA in una nuova “co-invenzione”, sfidando il concetto tradizionale di inventore in ambito brevettuale.
🧠 Visione & Innovazione
Prima di affrontare le questioni giuridiche e tecniche, vale la pena rileggere le due riflessioni che hanno ispirato la filosofia di Fusion.43: una visione concreta sull’uso strategico dei metadati, e una provocazione etica sul ruolo dell’IA nella società.
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Innovazioni chiave: AI, blockchain, IPFS e GAP
Le innovazioni dell’Allegato Tecnico risiedono proprio nell’integrazione di più tecnologie avanzate. Le componenti principali sono:
Intelligenza Artificiale Generativa: il cuore del sistema è un motore IA (ad es. ChatGPT) che produce il punteggio GAP per ogni documento, valutandone la coerenza e l’affidabilità. Grazie a prompt appositamente progettati – talvolta nascosti nei metadati – l’IA contribuisce alla progettazione del metodo e alla sua documentazione.
Notarizzazione su Blockchain: ogni documento certificato viene definitivamente registrato in una blockchain pubblica, eliminando intermediari. La notarizzazione blockchain garantisce immutabilità e trasparenza: la firma digitale e l’hash del documento sono tracciabili e verificabili da chiunque.
Archiviazione Decentralizzata (IPFS): i dati (documenti e certificati) sono salvati su IPFS o Web3.Storage, evitando server centralizzati. L’indirizzo CID generato da IPFS diventa parte del certificato, rendendo il file recuperabile e verificabile anche a distanza di anni.
Algoritmo GAP (Generative Attribution Protocol): è il motore innovativo che assegna un Grado di Affidabilità Percentuale (GAP) a ogni contenuto. Il documento analizzato passa attraverso una serie di prompt specializzati che producono metriche di affidabilità. Il metodo e i criteri dell’algoritmo GAP sono descritti nell’Allegato Tecnico: ad esempio, l’IA valuta la coerenza semantica e l’originalità, generando un valore numerico che accompagna il certificato.
Grazie a queste innovazioni combinate, Fusion.43 realizza una vera certificazione AI decentralizzata, capace di attestare dati digitali con prove crittografiche e un sigillo creato dall’intelligenza artificiale stessa. Questo approccio mixa l’IA più “affidabile” con tecnologie di notarizzazione digitale avanzate.
Architettura di sistema e schemi computazionali
L’Allegato Tecnico descrive l’architettura logica del sistema Fusion.43 attraverso diagrammi e pseudocodice. In generale, il flusso funzionale è il seguente:
Caricamento del documento: l’utente fornisce il file (es. testo, immagine, CV) al sistema.
Elaborazione IA: tramite API l’IA genera il punteggio GAP analizzando il contenuto e eventuali prompt nascosti.
Hash crittografico: il file viene sottoposto ad hashing SHA-256, producendo un’impronta digitale univoca.
Archiviazione su IPFS: il documento (o il certificato) viene caricato su IPFS/Web3.Storage; ne risulta un CID pubblico (indirizzo unico).
Notarizzazione blockchain: tramite uno smart contract o transazione, il CID (e/o l’hash) è scritto su blockchain. Questo passo “tampona” e timestampa il certificato in modo indelebile.
Generazione del certificato: il sistema emette un certificato digitale, contenente metadati (hash, timestamp, CID, punteggio GAP, firma digitale AI, ecc.) e lo rende scaricabile o verificabile.
L’Allegato fornisce diagrammi computazionali di questo flusso. In particolare, spiega l’uso dei prompt invisibili nei metadati: ad esempio, un’immagine PNG può contenere nei propri EXIF un messaggio nascosto che attiva ChatGPT in modalità di valutazione. Questi schemi mostrano come le operazioni di IA, hashing, upload IPFS e scrittura blockchain siano automatizzate in sequenza. Il documento include anche pseudocodice esemplificativo per la validazione, gli smart contract e altri moduli software coinvolti nel Metodo Fusion.43.
Logiche di validazione e algoritmo GAP
Una parte cruciale dell’Allegato spiega come verificare la validità del certificato digitale. Le logiche di validazione comprendono:
Confronto hash: chiunque può recuperare il documento originale e ricalcolare il suo SHA-256; questo hash deve corrispondere all’impronta registrata nel certificato o sulla blockchain.
Verifica firma digitale: il certificato IA è firmato da una chiave pubblica associata a Fusion.43. La verifica della firma attesta che il certificato è stato emesso dal sistema ufficiale e non è stato modificato.
Controllo del CID su IPFS: il certificato contiene il CID di archiviazione; recuperandolo da IPFS si conferma che il certificato pubblicato coincide con quello del file originale.
Validità temporale: il timestamp della transazione blockchain e la versione del protocollo garantiscono la sequenza temporale, utile per stabilire eventuali priorità brevettuali.
L’algoritmo GAP viene anche esso dettagliato. Come illustrato nell’Allegato, si tratta di un Generative Attribution Protocol che attribuisce un punteggio percentuale di affidabilità al contenuto. Questo punteggio è calcolato analizzando fattori come la pertinenza semantica e la consistenza interna del documento. L’Allegato Tecnico riporta persino formule e pseudocodice del calcolo GAP. In parole semplici, l’IA genera un valore numerico che corrisponde al grado di “affidabilità certificata” del documento: più alto è il GAP, più il sistema considera il contenuto genuino e coerente. Tutte le componenti di questo algoritmo sono open-source e il processo è completamente pubblico: chiunque può esaminare il codice e replicare la validazione, rendendo il sistema verificabile, pubblico e open-source.
Importanza legale dell’Allegato Tecnico
Oltre agli aspetti tecnici, l’Allegato svolge un’importante funzione giuridica nell’iter brevettuale di Fusion.43. Serve come memoria difensiva (ai sensi dell’art. 173 CPI) in risposta ai rilievi dell’Ufficio Brevetti. In pratica, documenta dettagliatamente gli “effetti tecnici concreti” ottenuti dal metodo – ovvero come l’integrazione di IA e blockchain produca risultati tangibili e innovativi. Per questo motivo, il documento cita riferimenti normativi e giurisprudenziali (come il caso EPO T 641/00) e conformità al TRIPs, rafforzando la legittimità tecnica del brevetto.
Come spiegato negli articoli Fusion.43, l’Allegato non è solo una difesa formale: è una proposta operativa che aggiorna la concezione di “inventore” nell’era digitale. Fornendo uno schema completo del flusso di certificazione (dall’IA alla blockchain) e dati verificabili pubblicamente, l’Allegato aiuta a dimostrare che il Metodo Fusion.43 supera i limiti tradizionali dei software non brevettabili. In sostanza, è un documento strategico che documenta ogni aspetto tecnico e mostra come, anche sotto il profilo legale, il brevetto sia fondato su base solida e trasparente.
Conclusioni e lettura del documento firmato
L’Allegato Tecnico del Metodo Fusion.43 rappresenta quindi la pietra miliare del progetto: collega l’innovazione tecnica del brevetto con la sua difesa legale. Nel suo contenuto sono descritti in dettaglio architettura, schemi computazionali, logiche di validazione e l’algoritmo GAP, mettendo in luce l’integrazione unica di AI, blockchain e IPFS nel processo di certificazione AI. Chiunque voglia approfondire il funzionamento interno del sistema potrà consultare il documento completo, pubblicato e firmato, per verificare i protocolli e i diagrammi originali.
Leggi ora il PDF firmato dell’Allegato Tecnico su Zenodo. Su Zenodo è disponibile l’archivio ufficiale di Fusion.43, che raccoglie tutti i documenti depositati e firmati digitalmente relativi al progetto. Questo include anche il brevetto originale, l’integrazione con ChatGPT e appunto l’Allegato Tecnico dettagliato. Ti invitiamo a scaricare e leggere il documento per comprendere appieno le fondamenta tecnologiche e giuridiche del Metodo Fusion.43.