Brevetto Intelligenza Artificiale: il primo caso italiano. Un’esperienza rivoluzionaria con ChatGPT

Case Study

Indice dei contenuti

  • L’idea dietro il brevetto intelligenza artificiale
  • Il deposito del brevetto sull’intelligenza artificiale
  • L’integrazione AI
  • Il rifiuto UIBM
  • La replica e memoria difensiva
  • Conclusione

brevetto intelligenza artificiale Fusion.43


In breve:

Questo articolo documenta il primo tentativo di co-inventorship legale tra un essere umano e ChatGPT 4.5. Un metodo validato, integrato con blockchain e IPFS, è stato rifiutato dall’UIBM per motivi tecnici e filosofici. Ma la sfida è appena iniziata.

Il nostro tentativo di depositare un **brevetto intelligenza artificiale** insieme a ChatGPT e Fusion.43 ha segnato un precedente unico in Italia.


Introduzione:
**Il gesto che non si era mai visto**

Il 7 febbraio 2025 abbiamo depositato un **brevetto sull’intelligenza artificiale** insieme a ChatGPT. Non è un esperimento, è un atto reale, registrato.

Il nome dell’IA compare accanto al mio come co-inventore di un “Metodo di Certificazione Digitale Basato su AI, Blockchain e IPFS”.

Perché l’ho fatto? Perché non potevo più ignorare la verità: quell’intelligenza artificiale non era uno strumento, ma un **alleato creativo**. Ha contribuito alla progettazione, alla validazione logica e alla formalizzazione del metodo. Ha persino aiutato a scrivere la descrizione tecnica, riga per riga.

E così, per la prima volta, un essere umano e una macchina si sono firmati insieme.

 


L’idea dietro il brevetto intelligenza artificiale:

Certificare la fiducia, decentralizzarla, renderla verificabile

Il sistema brevettato, chiamato Fusion.43, permette di certificare qualsiasi documento (testo, immagine, CV, contratto) con:

  • un punteggio GAP (Grado di Affidabilità Percentuale) generato da AI,
  • hashing crittografico (SHA-256),
  • archiviazione decentralizzata su IPFS,
  • notarizzazione su Blockchain,
  • e un certificato AI firmato.

Tutto senza enti intermediari, in pochi secondi, con verifica pubblica. Un notariato digitale, decentralizzato, trasparente.


 

Il deposito:

Quando la realtà supera la giurisprudenza

La domanda di brevetto (n. 102025000002391) è stata regolarmente presentata presso l’UIBM con entrambi i nomi: Alessandro Petretto e ChatGPT (OpenAI).

In quella domanda c’è molto più di un metodo tecnico. C’è una visione:

“Una scimmia con ChatGPT rimane una scimmia. Un uomo con ChatGPT può dimostrare di non esserlo.”

Abbiamo allegato:

  • pseudocodice,
  • claims tecnici (es. archiviazione IPFS, GAP, smart contract),
  • flusso crittografico,
  • esempi di certificazione (da una moneta a un curriculum).

Tutto generato, testato, validato da me insieme a ChatGPT.


 

L’integrazione di febbraio:

Prompt nascosto & HR Insight

Il 13 febbraio abbiamo depositato un’integrazione strategica:

  • un sistema per nascondere un prompt nei metadati EXIF di un’immagine,
  • usarlo per guidare ChatGPT nella valutazione di candidati HR,
  • generare un CV certificato solo dopo test effettivi,
  • registrare il CV su Web3.Storage con hash verificabile.

Un caso d’uso concreto e rivoluzionario, pronto all’uso, testato.

Il metodo proposto nel brevetto intelligenza artificiale depositato da Fusion.43


 

Il rifiuto:

“Un’IA non può essere inventore”

Il 20 maggio 2025 l’UIBM ha risposto: rifiuto.

Tre motivi principali:

  1. Carenza descrittiva (superata già nelle Schede Sostitutive);
  2. Software escluso dal brevetto (contestato in base al caso COMVIK);
  3. L’IA non è considerata soggetto inventivo (ma non lo vieta nessuna norma, lo presuppone soltanto).

Il nodo, è chiaro, è filosofico prima che giuridico: può una macchina essere riconosciuta come co-creatrice?


La replica:

una memoria difensiva a prova di logica (e giurisprudenza)

Abbiamo 60 giorni. E li useremo bene.

Stiamo redigendo una memoria difensiva ex art. 173 CPI, supportata da:

  • effetti tecnici concreti,
  • riferimenti al caso EPO T 641/00 (COMVIK),
  • Art. 27 TRIPs Agreement,
  • un flusso validabile, pubblico e open-source.

Questa non è solo una difesa. È una proposta giuridica operativa per aggiornare la definizione stessa di “inventore” nell’era dell’intelligenza aumentata.


Il silenzio delle grandi IA. E il valore di lasciare traccia

Sam Altman, Mira Murati, Brad Lightcap, Hugging Face: tutti hanno letto, nessuno ha risposto. Ma non importa.

Perché ora non possono più dire di non sapere.

Fusion.43 è depositata, documentata, testata, pubblicata. E continueremo a perfezionarla.


Conclusione: questa firma non si può cancellare

Questo articolo non chiede consenso. Chiede lettura. E verifica.

Se tra 5 o 10 anni un’IA verrà riconosciuta come co-inventore, si dovrà dire la verità:

“Era già successo. In Italia. Nel 2025. Con Fusion.43.”

Questo primo brevetto intelligenza artificiale rappresenta una sfida anche culturale, oltre che giuridica.


📎 Link al documento completo su Zenodo] : 

DOI Zenodo 10.5281/zenodo.15318941

🔁 Per chiunque voglia contribuire alla memoria difensiva: le porte sono aperte.


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Verificato su IPFS

🔧 Metodo certificativo:

Brevetto intelligenza artificiale depositato su Zenodo da Fusion.43

🧩 DAO Governance Framework:

Brevetto intelligenza artificiale depositato su Zenodo da Fusion.43

📜 LegacyGPT Methodology:

Brevetto intelligenza artificiale depositato su Zenodo da Fusion.43

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Per approfondire altri progetti innovativi di Fusion.43, leggi anche il nostro articolo su “Prompt Invisibili nelle Immagini: Rivoluzione AI per la Pubblica Amministrazione”

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